domenica 15 febbraio 2009

OLIVIERO TOSCANI - Quando la creatività diventa sovversiva...

Riprendendo ciò che ho riportato nel post precedente riguardo a possibili soluzioni per la "crisi creativa" di cui è protagonista in particolar modo l'Italia, integro con un video dove Oliviero Toscani da delle sue considerazioni a riguardo...per molti aspetti abbastanza forti ma che purtroppo rispecchiano la realtà...

sabato 14 febbraio 2009

LA CRISI - Alcune idee creative che permetterebbero di superarla...

Ho trovato quest'intervista, fatta da Creativitaly in occasione dell'Anno Europeo della Creatività e dell'Innovazione, riguardo a ciò che pensano alcuni personaggi della comunicazione rispetto al periodo di crisi e di come si potrebbe superarla.

Fabrizio Bellavista, Federico Cambria e Massimo Giordani ha affermato che nei periodi di recessione, è necessario sfruttare al massimo grado le potenzialità materiali e psichiche a disposizione, soprattutto mettendosi in ascolto dei feedback che arrivano dal mondo circostante e avendo così la possibilità di interfacciarsi con una creatività coerente e utile.Creatività in questo caso che abbia la capacità di sfruttare i pochi mezzi a disposizione e che non venga considerata solo una leva di marketing. Inoltre, è necessario essere coraggiosi, essere in grado di uscire dal clima di depressione e paura nei confronti del futuro instauratosi negli ultimi tempi.
Lorenzo Marini, amministratore delegato e direttore creativo di Lorenzo Marini & Associati, interviene affermando che in questo periodo di recessione la creatività diventerà sempre più bella, sempre più importante, sempre più centrale, poiché quando diminuiscono i budget, cioè gli investimenti e dunque la frequenza, deve aumentare l’impatto. E l’impatto si avrà con l’originalità, con la creatività, che è una sorta di compromesso, di equilibrio tra mercanzia e poesia.Massimo Soriani Bellavista, a.d. Creattività srl, approfondisce gli aspetti del processo creativo sintetizzando così il tema: “Creatività+innovazione = CreATTIVITA’ e definendo tre momenti portanti del processo della Creattività: l’invenzione (ideazione), l’innovazione (implementazione delle idee) e l’imprenditoriarità (averne benefici).
Altre opinioni vengono poi espresse da Anna Scardovelli, copy and content manager Mediolanum Comunicazione definendo la creatività come un click che fa vedere le cose in modo nuovo. Afferma poi che in periodi di recessione come questi si può comunque pensare che le idee non costano nulla, che possono arrivare da chiunque e a volte cambiano il mondo.Quindi a mio parere, diamo più spazio a tutti sti creativi che han buona volontà e che voglion mettersi in gioco...non facciamoli scappare all'estero ( come è successo ad esempio nel caso di Alessandro Gottardo :( )!! Anche Antonio Di Blasi, responsabile della Pépinière (incubatore d’imprese) di Aosta da inportanti definizioni sulla creatività coniugandola al concetto di innovazione. Dice che essa racchiude in sè molti aspetti determinanticome ad esempio la semplicità, la capacità cioè di essere diretti, essenziali, comprensibili,la concretezza e soprattutto la capacità di convincere. E' inoltre utile una forte dose di originalità, quasi trasgressiva che da la possibilità di uscire dagli schemi.
Conclude Monica Viani, content and relation specialist che diche che per affrontare e superare la crisi l’unica arma è la creatività. Ricostruendo l’immagine di se stessi, dell’ambiente in cui viviamo, dei rapporti relazionali si può “rifare il mondo”.

E dopo tutte queste idee e modi di pensare... l'unica cosa che mi vien da dire è...volere è potere..e credendoci anche un pò...si può ad arrivare anche a qualche primo risultato ;)

venerdì 13 febbraio 2009

"La forza del disordine"

Visto il particolare interessamento anche in termini di commenti dell'ultimo post, inserisco un articolo de "Il Giornale", dove la giornalista E. Barbieri condivide una definizione di disordine anche dal punto di vista produttivo. All'interno del testo riportato ho evidenziato in bold i punti chiave o che per me erano i più interessanti...Buona lettura! ;)

13/03/2007
LA FORZA DEL DISORDINE
di Eleonora Barbieri

Scrivanie ordinate e vite organizzate sono da sempre guardate con ammirazione Ma la confusione sarebbe molto più produttiva: è la tesi della rivista «Newsweek» e di un libro.

Il disordine funziona, l’ordine no. È la retromarcia degli esperti:
l’organizzazione perfetta costa troppa fatica e i benefici non compensano gli sforzi. Energie spese per risistemare il cassetto che straripa, i documenti che si impilano sulla scrivania, gli appunti diventati inutili, i fogli di giornale ingialliti. Minuti preziosi, concentrazione e una volontà di ferro per tener fede all’ideale dell’ordine, mai messo in dubbio, mentre la realtà potrebbe funzionare al contrario: un’organizzazione minuziosa porterebbe soltanto maggiori problemi. Tanto che il settimanale Newsweek ha lanciato l’allarme sui «pericoli dell’ordine»: troppa rigidità, scarsa flessibilità di fronte ai cambiamenti, nello spazio limitato del posto di lavoro e nel campo aperto della politica internazionale.

Non è questione di moda, ma di scienza: il cervello ha bisogno di confusione per dare il meglio. Lawrence Ward, cognitivista dell’università della British Columbia, nel suo laboratorio ha verificato come le persone riescano a riconoscere meglio e associare immagini e suoni quando sono distratte da un rumore di fondo. Il caos funziona anche su scala planetaria: un paese come Israele - spiega la rivista americana - riesce a sopravvivere anche grazie allo scetticismo dei governanti nei confronti di ogni pianificazione strategica in politica estera. Uno stile incoerente, che conta più sulla reazione e sull’improvvisazione che su uno schema a lungo termine, e che garantisce almeno un vantaggio: quello di capire al volo quando le cose girano al peggio e, quindi, agire di conseguenza. Non solo l’ordine può essere deleterio (come accade nelle dittature, dall’ex Unione sovietica alla Cina pre-boom economico), ma un po’ di caos è il corollario di un’azione efficace: anche la fisica insegna che ogni azione aumenta l’entropia dell’universo, cioè il disordine. Solo chi sta fermo lascia intatto il mondo circostante.

Gli effetti miracolosi della confusione sono ancora più evidenti sul lavoro: lo spiega anche un libro, La forza del disordine, firmato da un insegnante di management alla Columbia e da un giornalista americano e appena pubblicato in Italia da Rizzoli. Le scrivanie sommerse di scartoffie e soprammobili non sono sempre da pulire: il tempo impiegato per recuperare un documento archiviato è in media il 36% maggiore di quello per ritrovare un foglio in una pila indistinta. Senza contare la possibilità di notare un numero di telefono perso, un’idea annotata e poi dimenticata, un documento importante che, altrimenti, sarebbe finito nella spazzatura. Robert Fogel si è guadagnato un Nobel per l’economia e non si è scomposto per il caos sul suo tavolo: ne ha semplicemente comprato uno nuovo, che è già strapieno.
La casualità è anche il segreto del successo di un negoziante come Harvey Katz. Cinquant’anni fa, tornato dalla guerra di Corea, ha aperto un ferramenta nei sobborghi di Boston. Negli scaffali lunghi e stretti si trova ogni genere di articolo: in un metro quadro sono stipate merci per un valore di oltre mille dollari, più del triplo rispetto agli altri ferramenta. Oggi l’Harvey’s Hardware attira clienti da centinaia di chilometri e fattura 2,5 milioni di dollari l’anno, il triplo di un ferramenta comune. Tutto è successo per caso: il disordine non è il vezzo dello snob. Altrimenti non funziona.

giovedì 12 febbraio 2009

I creativi... sti disordinati!


Penso che essere creativi sia anche essere...disordinati.
Un qualcosa che forse si ha dentro fin da piccoli...o che forse si sviluppa col tempo. Sta il fatto che io.....disordinata lo son sempre stata.
Basti pensare a mia madre che ormai ha rinunciato a darsi una ragione sul perchè io sia così....e a chiedersi da chi abbia preso.
Missione compiuta? Forse no...alla fine io sono quella che quando le salta il pallino le cose le mette anche a posto, le riordina, si arma di buona volontà, e fa splendere la stanza....ma la cosa dura...un giorno...forse due. E allora lo definirei un fattore della personalità. Questo disordine. Qualcosa che va oltre la volontà. E non nego che mi piaccia.
Ho sempre pensato che lasciare tutto in ordine sempre rendesse una stanza statica...ferma...e restare in un ambiente dove nulla si muove...dove nulla cambia.. dove tutto..rimane al suo posto...dove tutto si riporta al suo posto...fosse limitante... anche da un punto di vista creativo.
D'altronde le idee vengono anche grazie a ciò che ci circonda, a ciò che percepiamo, lo stesso ambiente dove ci troviamo può essere fonte di stimoli.
Quando devo trovare un'idea mi chiudo in camera (anche per non svegliare i bollenti spiriti materni) accendo la musica, guardo libri, giro nel web, disegno, coloro, penso, mi muovo. E in tutto questo guardo, sposto, riempio fogli di segni,poi magari li straccio, li metto da una parte lascio libri dall'altra, penso. Credo che essere creativi sia anche questo. Lasciarsi andare. Non avere regole. Non dover dipendere da luoghi comuni e crearsi un mondo proprio...un ambiente proprio... Il disordine può rappresentare materialmente ciò che si ha nella mente... un casino?Può essere utile per rendersi conto...ed avere una visione generale...di quel che vaga tra i nostri pensieri...e diventare un punto di partenza per generare idee.
E poi diciamocelo....io nel mio disordine mi ci ritrovo...cosa che invece non sempre vale per chi mette sempre le cose a posto.



Riporto un " Elogio del disordine creativo " trovato in questo blog che mi ha fatta sorridere e che condivido..pienamente direi! :)

"L'unica scrivania ordinata, è quella di chi non la usa. E' il pensiero con cui giustifico il disordine della mia stanza... Più traffichi con libri, computer, arte, più sei sommerso da fogli, accessori, oggetti . E' un disordine privato, personale, criptico, che se visto in un estraneo è incomprensibile, fastidioso, distrattivo; ma in noi stessi, ai nostri occhi, ha il suo significato. Non è casuale, ma ragionato... almeno il mio."

MAX HUBER - Quando creatività e vita diventano una cosa sola

Max Huber nasce nel canton Zugo (Svizzera) nel 1919. A 16 anni studia alla Kunstgewerbeschule Zürich e dopo un anno inizia a lavorare.. In questo periodo conosce Werner Bischof, Emil Schultess, Josef Müller-Brockmann, Carlo Vivarelli, Hans Falk, Hans Neuburg e Max Bill.
A 22 anni diventa direttore della sezione grafica dello Studio Boggeri di Milano dovesi relaziona con personalità quali Bruno Munari e Albe Steiner. Da qui inizierà ad esprimere il suo talento realizzando progetti per la rivista Domus, fino ad arrivare alla progettazione della VII Triennale con Steiner. Il designer svizzero dalle intuizioni straordinarie, ha reso le sue realizzazioni parte del nostro panorama visivo attuale. Si pensi ai loghi de La Rinascente e di Esselunga, rimasti ancora oggi fedeli agli originali e dimostrando un'insolita longevità modificando la percezione pubblica di queste attività commerciali.
Applicando al design l’estetica dell’avanguardia e del razionalismo europeo e declinandoli in innovazionif ormali, ha potuto rendere visibile la sua forte personalità ed espressività, andando così a creare uno stile dinamico ma allo stesso tempo libero, dotato di usi spregiudicati a volte della fotografia, del carattere e dei contrasti di colore.Le forme geometriche, le dinamiche ascensionali delle immagini, il movimento fotografico, tutti elementi messi in azione all'interno della pagina, richiamando più volte il mito della velocità.
Tuttavia, Huber non appartenne mai a nessuno studio ma lavorò sempre come collaboratore, lasciandosi così una certa indipendenza. In merito a questo si racconta che i primi tempi di collaborazione con Einaudi chiese di restare a dormire in ufficio più volte per non perdere tempo negli spostamenti.Un comportamento forse bizzarro, ma che fa capire quanto questo designer ponesse creatività e vita l'una in funzione dell'altra.

mercoledì 11 febbraio 2009

METAFORE. Una tecnica utile per lo sviluppo di idee creative.

Per la generazione di idee e per sviluppare al meglio la creatività che c'è in ognuno di noi, si possono adottare alcune tecniche di pensiero creativo. Grazie a queste è possibile trovare altri modi per combinare elementi, pensieri, fantasie e generare idee originali.
Tra le tante vi è una tecnica che utilizza le metafore per creare situazioni di fantasia e ottenere nuove prospettive sul problema. Volendo dare un nome ed una definizione si può dire che questo tipo di tecnica venne definita da Jensen, che descrisse 5 tipi di categorie di metafore da utilizzare come aiuto per la redifinizione del problema a cui ci si trova davanti:
  • Metafora di ripristino
  • Metafora del viaggio
  • Metafora d'insieme
  • Metafore creative
  • Metafora naturale
Ovviamente questi tipi di metafore sono indicative, in quanto si potranno utilizzare altri tipi di categorie nel caso di altri contesti di applicazione.
La tecnica prevede quindi la descrizione dell'origine del problema su un foglio,la selezione di una delle categorie di metafore che possono essere attinenti alle parole chiave selezionate e prendendo spunto da queste associazioni cercare di sviluppare nuove idee.
Le metafore quindi sono utilizzate per sviluppare idee insolite e ciò può rilevarsi difficile.In questo caso la fantasia applicata necessita dell'elemento metaforico per esprimersi, cosa che non tutti i componenti del gruppo selezionato possono avere. In questo caso quindi l'unico procedimento da attuare è istruirsi e sforzarsi nello sviluppo della creatività, approcciandosi anche ad altre tecniche di generazione di idee.

Creatività sinonimo di semplicità..

"Concepisco il buon design come la

presenza del minor numero

possibile di elementi.

La semplicità è preferibile alla complessità.

La calma è preferibile al caos.

La discrezione all'entusiasmo.

Il piccolo è preferibile al grande.

La leggerezza alla pesantezza.

L'uniformità del colore alla varietà cromatica.

L'armonia è preferibile alla divergenza.

L'equilibrio è preferibile all'esaltazione.

La costanza è preferibile ai cambiamenti.

La parsimonia è preferibile all'abbondanza.

La neutralità all'aggressività.

L'ovvio alla ricercatezza.

Pochi elementi sono preferibili a molti.

Un sistema è preferibile ai singoli elementi."

Dieter Rams, 1987

martedì 10 febbraio 2009

La libertà mediatica del creativo..

Incuriosita dal commento di Paola ho letto il libro di M. Mc Luhan " Gli strumenti del comunicare".
Vengono date definizioni di medium come messaggio e come estensione del nostro corpo, spiegando come la trasmissione di contenuti generi effetti sul ricevente amplificando le sue potenzialità fisiche intellettuali sensoriali e cognitive. Vi sono poi tipi di media caldi ad alta definizione che portano un'ampia quantità di dati a discapito dei media freddi che forniscono una quantità limitata di informazioni e portano così ad un alto grado di partecipazione ed interessamento.
Tuttavia il continuo utilizzo della tecnologia e dei mezzi di comunicazione porta a volte ad una concezione "sbagliata", pensando che questi siano vere e proprie estensioni del nostro corpo. Ciò non deve accadere, altrimenti si rischierebbe di assumere un atteggiamento meccanico, un atteggiamento limitato, quale quello di un qualsiasi apparecchio tecnologico utilizzato per comunicare.... limitato perchè programmato per svolgere quel tipo di funzioni, quel numero di funzioni e nulla di più. Il ruolo di un creativo è invece ben diverso. Un creativo pensa, crea, combina soluzioni, genera idee...riesce a sfruttare tutte le risorse possibili per portare a compimento ciò su cui sta lavorando...riuscendo a sfuggire ad un " meccanicismo" che lo limiterebbe soltanto.
Sfuggire non ignorando o non utilizzando i media, ma cercando di mantenere comunque un'ampia visione degli strumenti a disposizione per comunicare, stimolando ulteriormente la generazione di idee.

"L'artista è sempre impeganto a scrivere una minuziosa
storia del futuro perchè è la sola persona consapevole della natura del presente."

M. MacLuhan

venerdì 6 febbraio 2009

Il mezzo del mezzo....

http://farm2.static.flickr.com/1226/1249618344_cf396137e8.jpg
...Quanto importante può essere, l'immaginazione,,,nel rapporto creatività fantasia?A mio avviso tanto. L'immaginazione è un mezzo,,, per far vedere quel che la fantasia e la creatività in un certo senso pensano. Permette di spaziare...di pensare cose anche irrealizzabili...oggetti o concetti che vanno oltre la realtà....ed è per questo che può essere un buon metodo...una tecnica efficace...da saper usare..per produrre idee...mettendo in relazione gli elementi a disposizione..scartandoli...aggiungendoli...mescolandoli tra loro.... a volte rischiando anche un pò... e andare ben oltre i limiti della fantasia....essere liberi...come già accennato qualche post fa. Così facendo si arriva ad avere concetti astratti...che ancora non possono avere forma....ma che già dentro di essi contengono...idee infinite.
Ed è proprio qui che prende posizione il foglio bianco...dove sogni pensieri ed idee potranno avere espressione..
In quel foglio bianco tutto ritornerà ad avere un senso...una logica....una logica libera ma che può esser compresa da tutti...il foglio diventerà mezzo per esprimere quel che è pura immaginazione....un mezzo del mezzo....e il risultato è pura espressione grafica.
Ma a volte ci si ritrova ad aver paura di quel foglio...bianco...che aspetta solo di esser imbrattato...e invece no. Il più delle volte ci si blocca di fronte a quello spazio libero...nella testa mille idee..pensieri...immagini...e ci si chiede...ora dove metto questo,,,,come metto quello....?? In questi casi sarebbe bene invece fregarsene...provare...disegnare..provare....e al massimo si strappa e si ricomincia... ogni sbaglio fatto è un buon inizio per ricominciare...per trovare piano piano la strada giusta....di come esprimere quell'idea....è utile rendersi conto che quel foglio bianco non è lì per giudicarci...per farci sentire in colpa....per rinfacciarci qualche sbaglio...è lì che fa da mezzo...alle nostre idee...tante...sparse...a volte un pò confuse... che cercano un senso e che vogliono esser espresse...per essere comprese. Il foglio bianco è un aiuto...un "consigliere delle idee"...il migliore amico delle nostre idee.


Diceva un foglio bianco come la neve: "Sono stato creato puro, e voglio rimanere così per sempre. Preferirei essere bruciato e finire in cenere che essere preda delle tenebre e venir toccato da ciò che è impuro". Una boccetta di inchiostro sentì ciò che il foglio diceva, e rise nel suo cuore scuro, ma non osò mai avvicinarsi. Sentirono le matite multicolori, ma anch'esse non gli si accostarono mai. E il foglio bianco come la neve rimase puro e casto per sempre - puro e casto - ma vuoto.

(Kahlil Gibran)

giovedì 5 febbraio 2009

BLU...il colore della creatività....

Science ha pubblicato una ricerca tempo fa sull'uso e sul significato dei colori. I risultati riportano in particolare il blu come il colore della creatività, mentre il rosso migliora l'attenzione per i dettagli. Una grande forza ed influenza dei colori avviene negli ambienti scolastici ed educativi in genere, fino al loro uso nella segnaletica stradale o sulle etichette.
"Tra il 2007 e il 2008 Ravi Mehta e Rui Zhu University of British Columbia, Vancouver, BC, Canada hanno condotto su 600 persone , sei studi operativi, incentrati su prove di carattere cognitivo che richiedevano la capacità di essere creativi o quella di prestare attenzione verso i dettagli, come ad esempio, memorizzare una lista di parole, risolvere anagrammi o sviluppare idee per giocattoli per bambini. Molti degli esperimenti sono stati fatti con il computer con schermi che, di volta in volta, avevano sottofondi blu, rossi o bianchi.
I risultati delle prove, dicono i ricercatori, indicano che il sottofondo rosso induce a dare maggiore attenzione per i dettagli e per eventuali rischi che possono eventualmente presentarsi; mentre il blu attiva lo spirito esplorativo associato al pensiero creativo. Due colori che secondo Mehta e Zhu potrebbero essere usati per migliorare le prestazioni in occasioni di esami o prove da superare."



Questa ricerca potrebbe portare ad uno studio più efficacie ed incentrato sul colore da parte dei creativi in pubblicità..per migliorare la comunicazione, il marketing, il commercio ed il settore del packaging.

domenica 1 febbraio 2009

La creatività in pubblicità....

I tipi di pubblicità sono tanti e si presentano nelle più svariate forme...
gironzolando per il web ho trovato alcune pubblicità che si sposano perfettamente al concetto di creatività.
In questi casi, si attira l'attenzione del consumatore facendo leva sullo stupore e sulla componente per certi versi comica che permette così una maggiore memorizzazione del messaggio e quindi un alto livello di persuasione.
What's cool!! ;)

Berlino - Sorreggersi alle maniglie in autobus avendo la possibilità di "provare" la nuova marca di orologio....e persuadere così il consumatore all'acquisto
Pubblicità creativa da guardare due volte


Sud Africa - Poster a grandezza naturale per pubblicizzare un prodotto per la pulizia dei vetri...così pulito da non vederlo!
http://spotx.blogosfere.it/images/sudafrica_450_v0-thumb.jpg


UK - Chi ha detto che le Mini Cooper sono piccole?? :D
Pubblicità creativa da guardare due volte


Buenos Aires - Sedie ristorante per San Valentino...le frecce di Cupido che fanno centro


Hong Kong - Merchandising di uno Yoga Center... La flessibilità a cui si può puntare....

mercoledì 28 gennaio 2009

Fantasia...by Bruno Munari

Lezione sul suo libro Fantasia fatta a Venezia nel 1992..
In questa sua opera racchiude le definizioni si fantasia, invenzione, creatività e immaginazione nelle comunicazioni visive. Spiega tutto ciò con argomenti chiari e moltissimi esempi visivi noti e ignoti. E anche come si stimola la creatività e come si può allenare la mente ad essere più elastica e più pronta.
Interessante! ;)


martedì 20 gennaio 2009

Fantasia + Creatività = Art Designer



Le figure che operano al giorno d'oggi nell'ambito della fantasia e della creatività sono molte..... a volte figure definite.... a volte no.... Proprio su questo punto si trovano risposte in alcuni punti del libro di Bruno Munari "Artista e Designer". In quest'opera vengono contrapposte le due figure professionali per eccellenza: l'artista ed il designer. Il primo, che in veste di romantico esiste sempre, il secondo che invece pone l'attenzione soprattutto all'estetica sotto una visione più tecnica. Due mondi con elementi in comune ma ma per certi versanti così contrastanti. L'artista produce opere d'arte, ha un proprio stile ma lavora da solo, il designer no. Il designer lavora in modo più razionale, vuole risolvere i problemi in modo ottimale e produce oggetti. Proprio grazie a queste affermazioni si arriva a definire che chi dei due usa la fantasia è l'artista. Fantasia intesa come una «facoltà dello spirito di inventare immagini mentali diverse dalla realtà nei particolari e nell’insieme, immagini che possono anche essere irrealizzabili praticamente». La fantasia è libera, non concreta, vola nel cielo...non ha ragione....non ha regole....è propria dell'artista...che vede quello che pensa. La creatività invece è «una capacità produttiva dove fantasia e ragione sono collegate per cui il risultato che si ottiene è sempre realizzabile praticamente»....è concreta...si muove sulla terra...è stabile....ha delle regole...è propria del designer...che non vede.... «non sa che forma avrà l’oggetto che sta progettando finché non avrà risolto e armonizzato creativamente tutte le componenti del problema»..quindi il risultato finale per lui sarà sempre un qualcosa di inaspettato...di nuovo...per tutte le fasi della sua creazione.... Ma queste due figure non è detto che siano nettamente divise...si possono unire...mescolare tra di loro...sembrerebbe un paradosso...ma basti pensare che proprio lo stesso Munari...non è ne un artista...ne un designer.... ma l'unione...delle due figure...proprio per la sua capacità di trasferire la fantasia nella creatività... ordinandola...trasformandola....organizzandola in metodo...Munari è un fantasista creativo. A mio parere le due facoltà restano comunque collegate. Un designer può pensare...può esser razionale..può progettare e cercare sempre una logica nei suoi progetti. Ma per esser creativo utilizzerà anche la fantasia...per realizzare progetti nuovi ed originali. Se non utlizzasse anche quel minimo di fantasia....sarebbe un semplice progettista. Per me un designer è molto di più...una figura che unisce la fantasia alla creatività..... dove una facoltà può aiutare l'altra...può integrare l'atra....altrimenti o si è artisti...e si vaga nell'incertezza...nel non perfetto...nelle pure e semplici sensazioni....oppure soltanto progettisti..a volte addirittura di idee altrui....ponendo alla base del proprio lavoro solo cose razionali, statiche, matematiche.

venerdì 12 dicembre 2008

WeLcOmE!!


Ciao a tutti!!
Ho aperto questo piccolo spazio per poter parlare di fantasia e creatività.....e di tutto quello che può diventare realtà...grazie a queste due (a mio parere) bellissime facoltà dell'uomo.
Bellissime perchè ti permettono di viaggiare con la mente, permettono di pensare, fantasticare, giocare, sbizzarrire, inventare....nella più totale libertà!
E c'è chi ama questa libertà....chi ci perde ore ed ore immerso in questa libertà...che permette di creare qualcosa.....passo passo....senza vincoli.....senza paura di sbagliare.....
....perchè tanto poi si può sempre modificare...riorganizzare....aggiungere.....togliere....per arrivare infine..all'idea o prodotto finale...
Vorrei quindi che questo diventasse uno spazio...per condividere pensieri ed opinioni.....su cosa sono per voi la creatività e la fantasia...e su ciò che siete riusciti ad ottenere...grazie al loro utilizzo...soprattutto in ambito comunicativo e pubblicitario.
A presto!
Laura